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Il 7 luglio l’Autorità Garante per la Privacy ha presentato la propria relazione annuale, riportando di avere dato riscontro a 9.148 segnalazioni, espresso 72 pareri su norme e atti amministrativi in diversi ambiti, e adottato 448 provvedimenti collegiali (il 56% in più rispetto al 2020) e 388 provvedimenti correttivi e sanzionatori, riscuotendo sanzioni per 13,5 milioni di euro.

Pasquale Stanzione, il Presidente dell’Autorità, ha dichiarato che ‘la protezione dei dati personali costituisce, sempre più, una componente centrale delle democrazie liberali, allorché garantisce che l’innovazione, l’iniziativa economica, l’attività pubblica in ogni campo non violino, con un indebito sfruttamento dei dati e contraddicendo la stessa natura dello Stato di diritto, la dignità della persona’, auspicando che l’uomo controlli la direzione dell’innovazione digitale anziché subirla.

Molti degli interventi effettuati dall’Autorità, infatti, hanno riguardato la tutela dei diritti e dei dati personali in ambito digitale.

Per esempio, l’Autorità ha imposto al social network Tik Tok l’implementazione di misure volte a escludere dalla piattaforma ragazzini minori di 13 anni, oltre ad aver predisposto ulteriori interventi e attività di sensibilizzazione riguardo fenomeni come il cyberbullismo e il revenge porn.

È stata posta grande attenzione anche al tema del riconoscimento facciale: l’Autorità in questo senso ha autorizzato l’uso di body cam da parte della Polizia (vietando però l’utilizzo di dati biometrici), mentre ha sanzionato la società in riconoscimento facciale Clearview, opponendosi anche all’uso del Sari Real Time, in quanto sistema non conforme alla normativa sulla protezione dei dati.

Un altro ambito particolarmente coinvolto da controlli e sanzioni da parte dell’Autorità è stato quello del lavoro. L’Autorità è infatti intervenuta per chiedere che ai lavoratori dipendenti vengano fornite informazioni complete e adeguate sui sistemi aziendali di controllo in uso, specialmente per quanto riguarda la Gig Economy (cioè il lavoro occasionale, come quello legato al food delivery) e i call center. Questo ultimo ambiente è stato oggetto di numerose sanzioni a causa del  telemarketing aggressivo, attività che colpisce consumatori abbonati a servizi i cui dati vengono utilizzati senza il loro consenso, spesso da sub-fornitori che operano in condizioni di illegittimità.

Qui è disponibile la relazione annuale integrale: https://www.garanteprivacy.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9787195