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Articolo degli Avv.t Lia Ruozi Berretta partner e Giovanni Luca Andriolo , Associate

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Nell’ambito delle comunicazioni informatiche, con l’acronimo REM (Registered Electronic Mail – Posta Elettronica Registrata), si fa riferimento ad un protocollo informatico che soddisfa appieno i requisiti previsti dal Regolamento (UE) n. 910/2014 “eIDAS” (electronic IDentification Authentication and Signature), che ha  introdotto un quadro giuridico comune a tutti gli Stati membri in tema di servizi transfrontalieri di posta elettronica.  

La REM rappresenta un significativo passo in avanti rispetto alla PEC, che ha validità solamente nel nostro Paese, e che, se inviata all’estero, perde le proprie caratteristiche distintive, assumendo la forma di una normale email. E’ tuttavia possibile che il ricorso alla PEC impedisca la comunicazione con l’estero: alcuni provider non consentono l’invio di PEC dall’Italia; similmente, un indirizzo PEC potrebbe respingere email provenienti dall’estero. 

A livello comunitario, riconosciuta la mancanza di uno strumento di posta elettronica “comune”, si è quindi dato corso all’implementazione della menzionata REM, un servizio di recapito elettronico qualificato finalizzato a garantire l’interoperabilità a livello europeo per lo scambio di posta elettronica tra cittadini UE, che come la presentazione di istanze e dichiarazioni alle Pubbliche Amministrazioni, deve essere non solo possibile, ma anche sicura e legalmente valida.

La transizione da PEC a REM permetterà di superare l’attuale carenza del requisito di certificazione riguardante l’identità dei mittenti e dei destinatari; la REM infatti implicherà quindi un meccanismo di autenticazione ed identificazione del mittente e del destinatario. L’identità del titolare sarà garantita dal preliminare processo di riconoscimento che potrà avvenire, ad esempio, tramite SPID, Firma digitale o anche tramite videochiamata con operatore. Inoltre verrà richiesto un livello di protezione superiore rispetto ad username e password, tramite la verifica a doppio fattore (es. invio di un codice univoco temporaneo).

Al momento, non è stata ufficialmente fissata una data per la migrazione. Tuttavia, si presume che questa transizione dovrà avvenire entro il primo semestre del 2024. I provider di posta elettronica stanno già pubblicizzando il servizio, al quale si accederà a pagamento.