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Con un recente comunicato stampa, l’Autorità Garante per il trattamento dei dati personali ha richiamato “tutti gli enti locali a valutare con la massima attenzione eventuali future adozioni di progetti di social scoring o sue derivazioni” ribadendo la necessità che queste iniziative siano sempre  anticipate da “puntuali valutazioni di impatto e rispettino i principi fondamentali del Regolamento UE”.

Si tratta di un tema attuale, già oggetto di interesse e preoccupazione tra gli interpreti del diritto. Le istruttorie avviate, anche su segnalazione, riguardano una serie di progetti, anche pubblici, che prevedono l’assegnazione di punteggi anche riguardo a raccolte di dati conferiti “volontariamente” dagli interessati.

Gli interventi dell’Autorità si sono resi necessari a causa dei rischi connessi a meccanismi di profilazione che comportino una sorta di “cittadinanza a punti” e dai quali possano derivare conseguenze giuridiche negative sui diritti e le libertà degli interessati, inclusi i soggetti più vulnerabili. Oltre al Comune di Bologna, sono coinvolti il Ministero della transizione ecologica e il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.